Nuovo catasto costruito su più dati. Riforma a invarianza di gettito in ogni Comune - Al via le commissioni censuarie
- Pubblicato in News dal franchising
- Stampa
![]() |
Un catasto più conforme alla delega fiscale, con invarianza di gettito a livello comunale e una base dati più ampia. È quanto emerso ieri al termine degli incontri che il vice ministro Luigi Casero, che segue la vicenda della riforma del catasto (il cui tracciato è indicato all’articolo 4 della legge 23/2014), ha avuto con i membri della mini bicamerale che deve vagliare i contenuti dei decreti legislativi prima che inizino l’iter ufficiale Governo-Parlamento. |
La prima riguarda la base di dati a disposizione: mentre all’inizio si parlava di lavorare solo sulle compravendite rogitate nel triennio 2012-2014, con la conseguenza che le zone in cui elaborare gli immobili campione avrebbero dovuto essere molto larghe a causa della scarsità di acquisti nei singoli Comuni, ora si dovrebbero considerare quanto meno anche le vendite giudiziarie. Una scelta che avrà parecchie conseguenze: non solo, infatti, le zone almeno in alcuni casi, potrebbero restare di dimensioni umane, ma i valori medi da cui partire sarebbero sensibilmente più bassi, dato che il peso delle case vendute all’incanto influirebbe sulla media generale per categoria: in media alle vendite giudiziarie si realizza dalla metà a un terzo del valore di mercato. La seconda è sull’invarianza di gettito: nelle versioni di dicembre del decreto si accennava solo a un’invarianza a livello nazionale, e sui Comuni si accettava l’idea di sacrificare l’invarianza per evitare che dove lo scarto tra vecchi e nuovi valori fosse troppo elevato, complice il passaggio da vani ai metri quadrati, si creassero nuove sperequazioni. Con la rassicurazione che è stata data su un’inversione di rotta che riporterebbe al centro i singoli Comuni occorrerà poi vedere come risolvere questo problema. Va sottolineato che il dettato della delega è nel senso di un’invarianza strettamente comunale, come sottolinea Capezzone, che con Mauro Marino presiede la mini bicamerale: «Ma vedremo i testi definitivi», aggiunge Capezzone. Per Marino la scelta è positiva, «anche se rimane la sperequazione territoriale. Ma soprattutto si è ripreso si è ripreso uno spirito di collaborazione tra Governo e Parlamento». Fonte articolo: http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&issue=20150219&edizione=SOLE&startpage=1&displaypages=2 |