Casa, bonus 50% anche nel 2015 Lupi: la misura sarà nella stabilità - Lo sblocca-Italia in Gazzetta, in vigore da oggi

Lupi: la misura sarà nella stabilità - Lo sblocca-Italia in Gazzetta, in vigore da oggi

Giorgio Santilli
ROMA
Il decreto legge Sblocca-Italia è stato firmato ieri dal Capo dello Stato e pubblicato in Gazzetta ufficiale con il numero 133. Entra in vigore oggi, a 15 giorni dall'approvazione del Consiglio dei ministri. Per il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, il provvedimento è «un ponte fondamentale per coprire i mesi da qui alla piena operatività della Legge di stabilità 2015 cui spetta di definire le risorse disponibili nel triennio». E nella Legge di stabilità Lupi è certo che sarà contenuta la proroga del bonus fiscale del 50% per i lavori di manutenzione straordinaria e ristrutturazione in casa. «Il bonus 50% – ha detto il ministro nel corso della conferenza stampa tenuta ieri – resterà in vigore anche nel 2015, come il bonus 65% per il risparmio energetico».
Già durante la discussione dello Sblocca-Italia in Consiglio dei ministri si era posta la questione di inserire nel decreto legge intanto la proroga del 65% per poi discutere il 50%. A frenare sull'uno e sull'altro era stato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che aveva rinviato la partita alla legge di stabilità. Ora Lupi rilancia – dopo aver precisato che «con Padoan non c'è stato nessun litigio» – forte del sostegno del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che i bonus vuole riconfermarli tutti e due. Sarebbe un paradosso, d'altra parte, pensare di rilanciare l'edilizia per rilanciare la crescita e poi eliminare o ridimensionare i due incentivi che hanno funzionato meglio di ogni altro.

Lupi ha dato chiarimenti su numerosi aspetti del decreto legge. Anzitutto ha distribuito la ripartizione dettagliata dei 3,89 miliardi fra i 31 interventi inseriti nel decreto legge (si vedano la tabella e l'articolo a fianco). La ripartizione formale delle risorse andrà fatta con un decreto interministeriale Infrastrutture-Economia ma nella relazione tecnica del decreto legge c'è già «la stima indicativa dei fabbisogni per ciascuna opera» che assomma complessivamente proprio 3,89 miliardi. Una mossa, quella di Lupi, fatta per trasparenza e anche per mettere un paletto robusto alla discussione parlamentare evitando che le Camere intervengano pesantemente a modificare le poste concordate nel governo.
Dalla relazione tecnica arriva un altro dato interessante: ammonterebbero a 1.055 milioni - secondo la stima del Mef - gli investimenti agevolati sostenuti da famiglie, cittadini e cooperative edilizie per l'acquisto da costruttori di case nuove o ristrutturate destinate poi all'affitto a canone concordato per almeno 8 anni. Nel decreto si conferma la deduzione Irpef del 20% (spalmata in otto anni) fino a un massimo di investimento agevolabile di 300mila euro.
Lupi ha battuto su un altro dato che finora non era stato reso noto: i Comuni avranno 550 milioni per investimenti in infrastrutture in deroga al patto di stabilità interno. Inoltre avranno una fetta da 400 milioni della torta complessiva di 3,89 miliardi di finanziamenti. Andranno alle opere rimaste fuori dal finanziamento del «decreto del fare» del giugno 2013 e alla lista delle opere segnalate dai sindaci direttamente al premier Matteo Renzi per email.
L'altro capitolo sottolineato da Lupi è quello delle liberalizzazioni per l'edilizia. Qui la novità davvero importante è quella che riguarda il frazionamento o l'accorpamento di unità immobiliari. «Oggi – ha spiegato Lupi – queste tipologie di intervento, estremamente utile per le famiglie, sono considerate ristrutturazioni edilizie e hanno bisogno di un permesso per costruire con il pagamento di oneri di costruzione. Con la modifica che abbiamo introdotto con il decreto legge – ha continuato il ministro – saranno considerate manutenzioni straordinarie, sarà possibile farle con una semplice dichiarazione e si dovranno pagare soltanto oneri di urbanizzazione».
Più dubbio l'effetto dell'altra rilevante novità delle semplificazioni edilizie che va a modificare la lettera b) dell'articolo 3 del testo unico per l'edilizia (Dpr 380/2001): quella che fa rientrare fra le opere di manutenzione straordinaria anche quelle che «alterano» le superfici delle singole unità immobiliari. Finora erano ricomprese infatti in questa categoria solo opere «che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari». Lo Sblocca-Italia modifica questa parte della norma limitando l'esclusione a opere che non alterino «la volumetria complessiva degli edifici».
Se ne dedurrebbe che sono ora ammesse tra i lavori di manutenzione straordinaria le opere che ampliano le superfici: un classico esempio può essere quello del soppalco che amplia le superfici senza ampliare le volumetrie. Libertà di soppalco, quindi? La novità sarebbe molto rilevante considerando che in alcune grandi città, in zone centrali, la realizzazione di soppalchi di questo tipo non viene praticamente più autorizzata. Tuttavia, la risposta sembra negativa. Nella definizione della manutenzione straordinaria che dà lo stesso testo unico (e la stessa norma) nella categoria sono ricomprese «le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali dell'edificio». La manutenzione, per definizione, rinnova o sostituisce, ma non realizza ciò che non c'era. Unica eccezione: «Realizzare e integrare i servizi igienico-sanitario e tecnologici».
Lupi infine ha detto di voler recuperare la norma sul regolamento edilizio unico standard che non poteva andare in un decreto legge: la metterà nel Ddl delega sugli appalti.

Fonte articolo: http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20140913&startpage=1&displaypages=2



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