Il mattone piace ancora ma solo con ritorni certi
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E’ un amore che non muore mai quello degli italiani per il mattone. Con dei profondi distinguo rispetto a ieri. Il real estate è un’asset class che sta tornano nei portafogli in cui sono investiti i grandi patrimoni dei privati, quelli che in gergo si chiamano high net worth individual (Hnwi). Con un’attenzione particolare a uffici e retail, ma ultimamente anche agli hotel. In Italia oggi, secondo una recente ricerca di Ubs, ci sono 2.295 “ultra-ricchi” (su 61.820 a livello europeo), in crescita del 10,6% sull’anno precedente e che detengono il 2,5% della ricchezza del Paese. Secondo la società di revisione e consulenza PwC, la crescita delle masse nel 2014 è stata pari a poco più di 170 miliardi (+16,7%). PwC stima che i capitali in rientro in Italia per effetto della voluntary disclosure saranno circa 75 miliardi, portando la ricchezza degli Hnwi a 1.275 miliardi. |
Nel mondo, nel 2014, oltre il 7% del patrimonio dei “paperoni” - dice una ricerca Wealth-X e Sotheby’s Re - è nel mattone (+5% sul 2013). Più in generale, secondo il rapporto 2013 dell’agenzia del Territorio e dipartimento delle Finanza, il valore del patrimonio residenziale degli italiani supera quota 5.500 miliardi di euro, con tre famiglie su quattro proprietarie della casa in cui abitano. Il cambiamento che si registra in maniera sempre più evidente è una virata verso la gestione professionale dell’asset class costituita dal mattone. Soprattutto per chi si è scottato non riuscendo a lasciare in tempo l’investimento quando è iniziata la crisi. Mentre in passato i privati che avevano consistenti patrimoni immobiliari sceglievano il fai-da-te o affidavano la gestione a una persona di fiducia ma non esperta, oggi la scelta ricade su team di professionisti, che possano garantire una gestione con buone performance e operazioni di valorizzazione del patrimonio. È il caso di un proprietario immobiliare a Milano con un investimento consistente in box e garage. Oggi che questa tipologia rende poco, il team che lo assiste sta cercando di effettuare una rotazione del patrimonio. «I family office diventano interlocutori degli esperti immobiliari con maggiore frequenza che in passato - sottolinea Ugo De Bernardi, amministratore delegato di Finanziaria Internazionale -. E oggi questa categoria di investitori guarda con interesse anche agli investimenti indiretti e non solo diretti. Il real estate presenta un rischio moderato con prospettive di crescita dei valori nei prossimi anni. In alcuni casi i fondi immobiliari si prestano a soddisfare le richieste degli investitori. In altri casi si prediligono asset singoli, nonostante la fiscalità appesantita negli ultimi tempi». PierAlberto Furno, ceo di Nemesis Elite, società di real estate basata a Londra, ha una clientela in parte anche italiana. «Che guarda anche all’estero - dice -. In genere cercano investimenti da 2-3 milioni di dollari fino ai 10-20 milioni di dollari. La nostra particolarità è quella di concepire il portafoglio di un cliente come portafoglio finanziario, che quindi viene gestito in modo attivo. Il cliente può scegliere di detenere immobili in maniera diretta o partecipare all’investimento con delle quote o partecipazioni in sviluppi immobiliari». Quali i settori più ambiti? «Dipende dal cliente - continua -. C’è attenzione sul residenziale, ma anche sul retail e sulle riqualificazioni. Anche l’euro debole risveglia l’interesse sull’Europa e sull’Italia da parte di clienti dagli Stati Uniti e dal Sud America, spesso dal Brasile». La società, da quando ha iniziato l’attività 18 mesi fa, è arrivata a gestire oggi un patrimonio real estate di 150-180 milioni. E l’intento adesso è sviluppare la presenza sul mercato italiano, «che la clientela ci chiede con sempre maggiore insistenza - dice ancora Furno - sia per via delle occasioni che si presentano sul mercato dopo tanti anni di crisi sia per l’euro debole». Fonte articolo: http://www.casaeterritorio.ilsole24ore.com/art/real-estate/2015-02-24/mattone-piace-ancora-solo-104728.php?uuid=AbtZO3HL |