Investimenti immobiliari, l’Europa richiama liquidità

Sarà la liquidità, e non un miglioramento dei fondamentali dell’economia, a guidare la ripresa di volumi e valori del real estate in Europa nel 2015. Almeno secondo quanto evidenzia la consueta ricerca Emerging trend in real estate stilata da Pwc in collaborazione con Uli.

Quest’ultima panoramica della catena immobiliare ha come tema principale proprio il considerevole afflusso di capitali, sia di rischio sia di debito, che sta investendo il mercato. «L’impiego dei capitali richiede oggi una attività di bilanciamento tra i molti fattori di rischio per gli operatori - spiega Elisabetta Caldirola, partner di Pwc, real estate leader Italy -. Tra i principali fattori che influenzano il mercato c’è la scarsità di prodotto adeguato. I rendimenti compressi delle attività finanziarie rendono disponibili masse di capitali - frutto del mercato dei tassi quasi pari allo zero - in cerca di ritorni adeguati e spingono la domanda per immobili anche core.

Domanda che preme sui prezzi». La forte concorrenza sugli oggetti più interessanti spinge alcuni operatori a dirigersi verso città secondarie e prodotti meno qualificati, per i quali sono necessarie competenze più granulari. « Il secondo fattore che influenza il mercato è il costo del debito - continua Caldirola -. Nel Nord Europa, come in Germania e Uk, c’è debito in quantità, nel Sud Europa invece le banche sono ancora poco disposte a finanziare».

I due terzi degli intervistati da Pwc per il report sottolineano che gli asset core sono quasi sempre sopravvalutati. A determinare la crescita dei valori sono gli investimenti dei ricchi fondi sovrani, dei fondi pensione internazionale e delle società assicurative asiatiche, focalizzate su città come Londra, Parigi, Milano e Berlino.

Quali saranno le città sulle quali puntare nel 2015? Le prime cinque mete, sempre secondo gli intervistati, sono Berlino, Dublino, Madrid, Amburgo e Atene. Le posizioni di Dublino e Atene segnalano le nuove opportunità presenti in Europa. La scelta di Madrid è dettata dal ritorno dei capitali in Spagna. Tendenza di cui ci sono segnali di diffusione in tutto il Sud Europa. Anche in Italia, Nazione che Pwc considera più interessante della vicina Spagna in termini di fondamentali economici e di liquidità del mattone. Nella classifica stupisce che Londra sia scesa al decimo posto (era al quinto lo scorso anno), penalizzata dai pesanti rincari del mattone.

A livello di settori la logistica guadagna posizioni, anche grazie all’e-commerce. Seguono nella classifica gli uffici nei centri delle grandi città, ma anche nel 2015 continueranno a soffrire uffici periferici e business park. E il settore residenziale? Diventa un asset più importante. In Italia però meno che altrove, per via delle normative in vigore e dello scarso rendimento. A livello europeo, invece, il segmento acquisisce appetibilità sotto il profilo di case per studenti, per anziani e strutture di cura che hanno rendimenti stabili nel medio e lungo termine.

A livello di volumi di investimenti nei primi tre trimestri 2014 si evince che il Regno Unito è stato il Paese più attivo con 47 miliardi di euro (21 miliardi solo a Londra), seguito dalla Germania con 30 miliardi, dalla Francia con 16, per passare poi a Paesi Bassi e Spagna con sei, Svezia e Russia con 4 miliardi. Seguono Irlanda e Italia (3 miliardi) e con due miliardi Polonia, Austria, Norvegia e Finlandia. Negative le attese per la Russia. Gli investimenti a Mosca nel corso dei primi tre trimestri del 2014 sono scesi a quota 2,7 miliardi di euro dai 4 miliardi di un anno prima.

Fonte articolo: http://www.casaeterritorio.ilsole24ore.com/art/real-estate/2015-01-14/investimenti-immobiliari-leuropa-richiama-190315.php?uuid=AbDuhFwK



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